Potatura del vecchio melo

Questo week end, dopo aver partecipato al corso organizzato dalla "Quarantina" sulla potatura e il recupero di vecchi meli, ci siamo dedicati ad un vecchio albero che quest'anno ci ha regalato ottime mele renette, nonostante fosse stato dimenticato nel bosco e ricoperto da ogni tipo di pianta pioniera, come il rovo e le liane di vitalba.

Abbiamo innanzi tutto iniziato a sgombrare il terreno da noccioli selvatici che stavano prendendo il sopravvento sfilando verso l'alto anche oltre la chioma del melo e togliendogli la luce necessaria a sviluppare anche i rami più bassi.

Poi abbiamo iniziato a pulire il melo dai rovi e dalle liane che ormai lo avevano interamente coperto fin oltre le frasche più alte (oltre 10 mt). Abbiamo ripulito il tronco dall'edera che lo avvelgeva. La prima potatura è consistita nell'eliminare i rami evidentemente secchi per cominciare a capirci qualcosa in quello che oramai era un groviglio inestricabile di branche vive e morte, vitali o malate.

Siamo quindi passati a eliminare alcune delle branche interne per permettere alla luce di filtrare all'interno della chioma e raggiungere anche i rami più bassi. Abbiamo scelto di lavorare in maniera progressiva e di non esagerare con i tagli in modo da non mettere a rischio la vita dell'albero.

Con la stessa attenzione, abbiamo poi tagliato alcuni dei rami più esterni per alleggerire la pianta e permettere ai rami più vitali, tramite delle potature di ritorno, di sviluppare le branche più giovani e vitali. Infine, abbiamo tolto i rametti che ci sembravano meno vitali lasciando quelli che presentavano un minor numero di "zampe di gallina" a favore di gemme miste a legno e frutto.

Nei prossimi giorni cercheremo di continuare la pulizia dell'area, cercando di ridimensionare anche altri alberi intorno per far sì che, un po' alla volta, possano diventare più accessibili. Gli altri alberi sono due ciliegi, un pero ed un noce, almeno quelli fin qui identificati.