Semina patate quarantine

Abbiamo contato circa 370 patate seminate in 9 campi.

 Abbiamo anche scoperto, a spese dei nostri reni, che il vecchio detto "il terreno è basso" è proprio vero... ma poi, guardando il lavoro fatto, ci siamo sentiti proprio "bravi" anche se un po' matti...

Da sabato 24 a martedì 27 abbiamo finito la preparazione di uno dei due campetti nel bosco liberati e recintati lo scorso anno e vi abbiamo seminato le patate quarantine bianche, un tipo di patata tipico della nostra zona, non molto produttivo, ma molto saporito. Dopo aver raccolto i rami/tronchi tagliati di acacia e nocciolo sparsi per il campo (alberi crollati o a rischio di caduta dentro o in prossimità del campo), li abbiamo accumulati al di fuori del recinto, a lato del sentiero che porta verso casa. Ho calcolato circa un centinaio di viaggi avanti e indietro... una bella ginnastica per schiena e gambe! Poi, un po' alla volta, ogni volta che faremo un viaggio verso casa per prendere qualcosa o rientrare dopo aver lavorato nel campo, ci si caricherà sulle spalle quanto più materiale possibile in modo da smaltire un po' alla volta il legno e recuperarlo o nella stufa o come cippatura per vari usi.

Finito di asportare la ramaglia, abbiamo proceduto ad asportare tutti i cespi di rovi e vitalba che stavano rigermogliando dalle vecchie radici rimaste dopo il taglio di luglio. Un lavoro da "certosino" ma che sicuramente aiuterà a ritardare la ricrescita delle infestanti.

Poi abbiamo rastrellato ed ammucchiato i resti dei rovi e delle vitalbe rimaste da compostare in un angolo del campo. Nonostante il maggior lavoro fosse già stato fatto a luglio con i wwoofers, il mucchio di materiale da compostare è impressionante. Abbiamo quindi deciso di lasciarlo lì, visto che è in una posizione che per ora non dà fastidio, sperando che anche senza biotriturarlo, si composti da solo, in quanto non abbiamo proprio il tempo di farlo adesso. In più, insieme ai rovi secchi raccolti col rastrello, potrebbe esserci altro materiale, come pietrisco, che danneggerebbe la pianta.

Abbiamo poi passato la motozappa rimanendo il più possibile in superficie per non danneggiare lo strato superficiale del suolo che è apparso molto ricco di sostanze nutritive e sciolto. Su suggerimento dell'agronoma che ci ha visitato alcune settimane fa e che, notata la prevalenza di felci tra la vegetazione spontanea, aveva dedotto che il terreno fosse tendenzialmente acido, abbiamo cosparso il terreno di letame misto a biotriturato semimaturo di un mucchio raccolto la scorsa estate.

Infine abbiamo coperto il terreno, dividendolo in "aiuole" di circa 120cm di larghezza separate l'una dall'altra da un camminamento di circa 30-40cm, con dei cartoni recuperati nei mesi scorsi dai cassonetti di rifiuti. Sono venute fuori 11 aiuole di circa 1,20 x 6 m. Sui bordi dei cartoni, sia sul contorno delle aiuole sia nei punti di giunzione/sovrapposizione dei cartoni, abbiamo sparso un po' di terra prelevata dai camminamenti in modo da appesantire i cartoni nei punti dove il vento avrebbe potuto far "vela" e sollevarli.

Ora il campo era pronto per la semina.

Le patate erano già pregerminate. Abbiamo però fatto un errore esponendole alla luce diretta attraverso una finestra che, invece di aiutarle a germogliare ulteriormente, ne ha inibito e in parte "bruciato" le punto già germogliate. Il prossimo anno staremo più attenti facendo in modo che siano in penombra. Sbagliando si impara... inoltre, potendo essere presenti solo nei weekend, ogni errore anche se apparentemente piccolo, rischia di diventare grosso per il solo fatto di non esserci per correggerlo in tempo utile (vedi l'allagamento di febbraio). Ma facciamo quello che possiamo... e torniamo alle nostre patate. Le abbiamo tolte dai tavoli e messe in cassette (nuovo errore: era meglio farle pregerminare già in cassette sovrapposte in modo da maneggiarle il meno possibile per non danneggiare i germogli) e poi trasportate fino al campo.

Qui ci siamo divisi i compiti. Guido preparava i buchi nel cartone dove porre le patate e Brunella vi seminava la patata. I buchi sono stati fatti tirando una "lenza" a trenta cm dai bordi per tutta la lunghezza dell'aiuola. Ho utilizzato due paletti di nocciolo tagliati diagonalmente in punta per facilitarne la penetrazione nel terreno. Vi ho legato una corda sufficientemente lunga e ho piantato i paletti ai due estremi della fila dove volevo fare i buchi, tirando la corda. Ho poi preparato un altro legnetto lungo 30cm che mi è servito come "distanziatore" sia per fissare la lenza sia per distanziare i buchi nel cartone senza dover utilizzare ogni volta il metro. I buchi sono stati fatti facendo una croce di circa 10-15cm con un coltello appuntito e affilato e poi sollevando i 4 lembi per facilitare la messa a dimora della semente di patata.

Brunella ha invece seminato le patate in ogni buco, scavando leggermente la terra e ponendovi la patata con i germogli verso l'alto e ricoprendola con una spolverata appena di terra. La patata, infatti, era già sufficientemente riparata dal cartone. Il cartone ha la molteplice funzione di pacciamare le aiuole impedendone l'erosione e slavamento dei nutrienti, di trattenere l'umidità del terreno, di impedire lo sviluppo delle infestanti, di trasformarsi col tempo in nutriente per il terreno. Il cartone scelto è il più possibile grezzo, non colorato, ripulito da nastri di plastica ed etichette.

Abbiamo contato circa 370 patate seminate in 9 campi. Abbiamo anche scoperto, a spese dei nostri reni, che il vecchio detto "il terreno è basso" è proprio vero... ma poi, guardando il lavoro fatto, ci siamo sentiti proprio "bravi" anche se un po' matti...

Il prossimo weekend, dovremo seminare le patate "monna lisa", in parte nelle aiuole già pronte rimaste libere, ed in parte nel campo soprastante.